
TEATRO DI ANGHIARI

L’Arte può farsi carne, dare vita, corpo e voce alle migliaia di uomini e donne, prima esclusi e poi rimossi e dimenticati dalla nostra società. L’Arte può permeare negli stereotipi, li può attraversare, abitare da dentro, corroderli fino a sgretorarli

La malattia mentale
rappresenta da sempre un nodo irrisolto della nostra società, accompagnato da un velo di vergogna e stigma strettamente collegato ai luoghi in cui tale malattia è stata a lungo rinchiusa e isolata, per essere nascosta “ai normali”, i manicomi. Nei manicomi si veniva rinchiusi perché ritenuti pericolosi per sé o per gli altri, perché si dava pubblico scandalo, perché improduttivi, poveri, affetti da dipendenze, perché malati di epilessia. Madri, figlie, sorelle definite “spudorate”, “libertine”, donne che si ribellavano ai dettami del matrimonio o che commettevano adulterio, potevano essere internate e considerate “alienate”.
A mettere l’accento sui metodi e le logiche manicomiali fu Franco Basaglia, psichiatra e neurologo nato a Venezia 100 anni fa, l’11 marzo 1924. Promuovendo un innovativo metodo di cura e ascolto che sosteneva il rispetto della persona umana, il suo approccio poneva al centro l’individuo e non la malattia restituendo valore e dignità alla storia del singolo.

100 ANNI DALLA NASCITA DI
franco basaglia
la Sfida
Oggi, nel 2024, a cento anni dalla nascita, cosa resta di Franco Basaglia e delle sue idee illuminate? Nonostante i grandi e legittimi passi in avanti, quella con la salute mentale non si può dire sia una questione risolta: parlarne al passato significherebbe rimuovere gli ostacoli moderni, le difficoltà contemporanee, le contraddizioni che ancora oggi resistono alle leggi e alla cultura. Le malattie mentali oggi vengono trascurate, minimizzate, rimosse dalla società che ne ha paura. Appare quindi prioritario, in questa fase storica, farsi carico nuovamente del compito di ricostruire una sensibilità diffusa per evitare di rimuovere ciò che non siamo in grado di affrontare e che provoca vergogna alimentata dallo stigma legato alla malattia mentale. La sfida che siamo chiamati a combattere oggi è quindi quella di rimuovere lo stigma sociale che ancora accompagna la “malattia mentale”.

il Progetto
Riteniamo fondamentale, ripercorrendo la visione basagliana, riportare al centro della narrazione collettiva le storie di vita delle persone. In ciò i linguaggi artistici sono uno strumento fondamentale di indagine, lettura e narrazione collettiva. L’arte può farsi carne, dare vita, corpo e voce alle migliaia di uomini e donne, prima esclusi e poi rimossi e dimenticati dalla nostra società. L’arte può permeare negli stereotipi, li può attraversare, abitare da dentro, corroderli fino a sgretorarli. Da qui l’idea di lanciare, nel centesimo anniversario della nascita di Franco Basaglia, un progetto culturale che faccia riemergere storie dimenticate e temi rimossi. Normali mai è quindi un progetto di ricerca, di narrazione, di ascolto e di confronto. Un progetto che non celebra un anniversario ma che da quell’anniversario vuole avviare un nuovo percorso di conoscenza, sensibilizzazione, partecipazione. Un percorso immaginato da istituzioni e realtà profondamente diverse e aperto a chiunque voglia contribuire.





Progetto realizzato con il contributo di:

Contact: info@normalimai.it
Foto: Giovanni Santi - 1999 - Ospedale Psichiatrico di Siena